Il Circolo dispone per la Scuola di equitazione sia di Pony che Cavalli.
Si praticano fondamentalmente due discipline, quella del Salto ad Ostacoli e quella dei Ponygames.
Le iscrizioni sono aperte a tutti coloro che hanno un’età compresa tra i 4 e i 90 anni, come da regolamento FISE.
La F.I.S.E. rilascia un Tesseramento comprensivo di Assicurazione.
Le lezioni, svolte da Istruttori Federali di I°, II° e III° livello, sono strutturate in pacchetti mensili di 4,8 e 12 lezioni, con riprese massimo da 10 allievi per la disciplina del Salto ad ostacoli mentre per i Ponygames questa limitazione non esiste; i bambini e ragazzi vengono selezionati in base al loro livello di attitudine e conoscenza della disciplina e inseriti quindi nel gruppo di lavoro a loro più adatto.
Con gli Istruttori Federali è possibile concordare gli orari delle lezioni.
Sono previsti corsi per principianti ed esperti senza limiti di età.
Valori principali dell’equitazione e degli sport equestri
Le persone che si avvicinano a questo mondo o che comunque sono legate ad esso per vari motivi si pongono spesso l’interrogativo se l’ Equitazione sia, o possa essere, maestra di vita, se cioè essa possa offrire insegnamenti per la vita, per il nostro modo di vivere.
Beh per rispondere facciamo solo mente locale un attimo, guardiamoci intorno a noi, oramai la sempre più preponderante presenza della tecnologia e l’industrializzazione, con tutto ciò che comportano, hanno avuto il sopravvento sui rapporti umani. La nostra vita giornaliera è caratterizzata dai continui rapporti con le macchine, che, giorno dopo giorno, ci inducono, inconsciamente, ad un progressivo allontanamento dagli altri esseri viventi, ci isoliamo, senza accorgercene, sempre più facendo affievolire i rapporti interpersonali con chi quotidianamente invece ci circonda e fa parte della nostra vita.
A questo punto possiamo chiarire che la funzione profonda ed essenziale di ogni sport, ma in particolare della equitazione, è dunque quella, oltre che di corroborare il fisico, di tenerci saldamente ancorati alla nostra natura di uomini. Una delle prime sorprese che si ha nel chi montare a cavallo per la prima volta è quella di accorgersi che il cavallo non ha l’acceleratore come l’auto… ci si accorge così che si tratta non di un mezzo meccanico che subisce gli impulsi, ma di una realtà viva. Man mano che si prosegue nel cavalcare, ci si rende conto che il cavallo recepisce con finissima sensibilità ogni reazione di chi gli sta in groppa. E la recepisce in pieno. Ed allora l’equitazione diviene necessariamente una scuola di vita! Come? E proprio perché si tratta di insegnamenti legati alla vita non è facile riferirli e spiegarli, “Intender non li può chi non li prova”!
Si sono vere e proprie lezioni di vita perché tutto è vivo: chi monta, il cavallo, l’ambiente. Esperienze nuove che nascono dal saper porgere un invito, dal sentirlo accolto o respinto; dall’attenderne l’esito. Indicazioni per imparare ad essere pazienti, tempestivi, attenti. Sapere che, a volte il cavallo previene gli stimoli oppure supplisce a dimenticanze o distrazioni di chi deve guidarlo. Essere consapevoli che è un individuo e non una macchina. Sentirsi unito al cavallo. Avvertire, con l’umiltà di chi è consapevole, che tutto dipende da una collaborazione, da un’alleanza, al di là di ogni presunzione capire che la fedeltà deve essere reciproca, trattandosi di una collaborazione all’impegno, al pericolo, al servizio. Saper riporre la fiducia nelle capacità del cavallo. Sentirsi davvero uniti a lui. Si realizza uno scambio vicendevole di quel che si è, delle proprie capacità, nel modo più completo. Saper riporre la fiducia nelle capacità del cavallo. Sentirsi davvero uniti a lui.
Equitazione è dunque dialogo con il cavallo. Possiamo dunque dire che l’equitazione è maestra di vita anche perché esalta la sensibilità del cavaliere, sottolinea l’educazione, la correttezza verso il cavallo prima e verso gli altri uomini poi.
Pony Games
I ponygames sono nati in Inghilterra alla fine degli anni ‘50, in Italia sono approdati un po’in sordina attraverso la Francia negli anni ‘70, ma questo non vuol dire che in questo sport, ora riconosciuto disciplina sportiva anche dalla FISE, non si siano stati fatti passi da gigante tanto che in questi ultimi anni sta vivendo una fase di grande espansione, coinvolgendo sempre più società sportive, appassionati e spettatori, grazie anche alla spettacolarità delle esibizioni e ai valori che la disciplina veicola in sé, in cui grande importanza rivestono l’amore per la natura e gli animali, il gioco di squadra e l’impegno costante richiesto a cavalieri e pony.
Un po’ di storia: breve introduzione storica all’equitazione
L’equitazione è una delle “arti” più antiche a cui si è dedicato l’uomo. Indizi storici fanno ritenere che i primi cavalieri siano appartenuti alle tribù nomadi della Russia. Proprio in questa regione si ritiene che sia comparso per la prima volta il cavallo. E’ comunque appurato che i cavalli erano considerati animali superiori presso gli antichi Greci e Romani, ma entrambi i popoli non ebbero tradizioni particolarmente radicate per quel che concerne l’allevamento e la cura dei quadrupedi. Al contrario, i popoli orientali svilupparono sin dal principio un intenso rapporto col cavallo e per primi concepirono un trattato di addestramento. La figura del cavallo, nell’antichità, era indubbiamente di superiore importanza, non fosse altro perché l’animale rappresentava un mezzo di locomozione sicuro e veloce, utilizzabile con profitto anche in caso di guerra. Il più antico trattato di allevamento e addestramento dei cavalli a noi pervenuto è attribuito al capo delle scuderie reali dell’imperatore dei Mitanni, Kikkuli, nell’anno 1.350 a.C.: ‘La cura e l’alimentazione del cavallo da carro’. Già a quell’epoca le popolazioni Indie erano particolarmente abili nel cavalcare e non a caso i Romani non riuscirono mai a piegare i Parti, che in battaglia sviluppavano le proprie tattiche utilizzando quadrupedi addestrati. In Occidente, sino al Medioevo, la cavalleria non fu considerata un’arma tattica efficace da utilizzare nel corso delle battaglie; il cavallo rimase inquadrato in un’ottica piuttosto limitata, costituendo magari un diversivo per pochi eletti oppure fonte di lucro per commercianti del settore. In seguito alle invasioni barbariche, il ruolo del cavallo assume un’importanza determinante. Gli stessi eserciti provvidero ad addestrare reparti di cavalleria per contrastare le avanzate di un nemico attrezzato e veloce. In Italia durante il Rinascimento sorsero scuole d’equitazione (la prima fu organizzata a Napoli da Pignatelli) che influenzarono lo sviluppo e la fortuna di questo nuovo tipo di disciplina in tutta Europa. L’equitazione di scuola garantiva l’apprendimento delle nozioni tecniche basilari necessarie per destreggiarsi in sella ad un cavallo. Poi, dopo essere entrati in possesso dei rudimenti principali, era possibile dedicarsi all’aspetto prettamente sportivo dell’equitazione (definito “naturale”), che comprendeva (e comprende tutt’oggi) competizioni ippiche, marce prolungate, percorsi accidentati ecc.
A questo riguardo possiamo asserire che il più antico e più noto manuale, a noi giunto, in cui è trattato anche il modo di montare a cavallo è ‘Ipparchio’ scritto da Senofonte. Si può senz’altro dire che la storia dell’uomo è stata scritta sul dorso del cavallo. Da Alessandro il Grande alla conquista delle Americhe, tutto si svolse a cavallo e grazie al cavallo. Nella storia greca e romana chi sapeva “equitare” acquistava un “valore aggiunto” nelle società. Da allora in poi il titolo di cavaliere divenne espressione di nobiltà, ma anche, di converso, nei secoli successivi, i nobili furono costretti ad imparare l’”arte di equitare” per partecipare alla vita politico-militare e mantenere così il proprio potere sul territorio. L’approfondimento tecnico di tale arte fu ovviamente sempre ad appannaggio della cavalleria, ed i grandi cavalieri che hanno scritto migliaia di libri di tecnica equestre (Grisone, Fiaschi, Santapaulina, Pignatelli, Pluvinel, De La Guérinière, Sind, Sidenahm, Hunensdorf, Mazzuchelli, Baucher, D’Aure, L’Hotte, Steinbrecht, Plinzner, Beudant, solo per citarne alcuni) furono sempre collegati all’ambiente militare. Non vi è altra attività dell’uomo in cui, nel corso dei secoli, siano stati scritti tanti testi di approfondimento. Ma il rapporto che si stabilì nei secoli tra uomo e cavallo, si modificò gradualmente nell’ultimo periodo storico, da quando cioè il motore a scoppio trasformò il modo di viaggiare e il modo di belligerare. Dal novecento in poi l’equitazione perse la propria importanza e venne relegata al semplice ambito di attività ludico-sportiva.